Milano come Bagdad
Guardate la foto qui di fianco, di primo acchito potrebbe sembrare la foto di un reportage odierno di Bagdad, purtroppo preò sono le foto di Milano sabato 11 marzo.
I giornalsiti dei vari TG hanno volutamente citato gli scontri degli anni di piombo, associando a queste immagini il solito termine "anarchici di sinistra", in modo che, in un periodo così critico come quello preelettorale in cui viviamo, rimanga nella mente dei telespettatori l'immagine degli scontri e il termine "Sinistra". Io vorrei invece sollevare una riflessioen un po' diversa. Qualche mese fa le stesse immagini ci provenivano dalla periferia di Parigi, dove gli abitanti extracomunitari e meno abbienti, mettevano a ferro e fuoco la città per denunciare la loro condizione e mostrare al mondo le condizioni delle periferie delle grandi metropoli. Dopo questi fatti, in Italia come in tutto il mondo ci siamo guardati alle spalle per verificare le anche nelle nostre periferie potevano nascondersi delle tali polveriere.
La risposta arriva oggi da Milano: non c'è bisogno di andare nelle banlieue parigine per trovare situazioni di disagio e sofferenza. Oggi tutta l'Italia è stretta in una condizione di stress e disperazione. Se dalla città più ricca d'Italia arriva forte il segnale di disagio che spinge i giovani bruciare i simboli del lavoro precario (che rappresenta l'unica possibilità di impiego attualmente disponibile), allora forse si capisce perchè l'Italia rappresenta il fanalino di coda dell'Europa.
Non voglio assolutamente giustificare gli atti violenti e vigliacchi che sono accaduti, mi auguro solo che come risposta politica, qualcuno prendesse in considerazione di fare un po' di autocritica cercando di capire cosa ha sbagliato nell'educare questi giovani, su quali valori si stanno presentano alle nuove generazioni e per ultimo quali prospettivo si presentano per il loro futuro.
Scusate lo sfogo, ma oggi sono stanco.
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