Ho appena finito di leggere questo interessante saggio. Si tratta di un'opera molto ardita di
Steven D.Levitt (professore di economia all'Università di Chicago) e
Stephen J. Dubner (giornalista e autore di successo che collabora per il
New York Times) che come riporta il
sito ufficiale ha venduto oltre 3 milione di copie. Come riporta il sottotitolo dell'opera: "un economista eretico gioca coi numeri per spiegare il lato oscuro del mondo in cui viviamo".
L'opera ruota attorno all'analisi "sconsiderata" su fenomeni distinti, ma fortemente correlati dal punto di vista statistico, in modo da esporre analisi e teorie innovative. Ad esempio che ne pensate della tesi che la legge che ha permesso alle giovani donne americane negli anni 70 di abortire in legalità sia l'elemento chiave che ha provocato il crollo della delinquenza negli anni 90 in USA, riuscendo ad agire con maggior effetto delle misure pubblicizzate da politici ed economisti (aumento del numero di poliziotti, aumento delle pene e dei termini detentivi...).
Anche se il libro tende spesso ad essere prolisso e ripetitivo, ve lo consiglio caldamente per e soprattutto se vi piacciono le analisi regressive e serie tv come "Numbers".
Come viene definito nel libro: la morale incarna il modo in cui vorremmo far girare il mondo, mentre l'economia mostra come veramente gira. E con gli occhi dell'economia si vuole dare una chiave di lettura nuova agli eventi, ma se i numeri non mentono, alcune analisi troppo forzate possono portare all'individuazione di risultati completamente sbagliati. A mio avviso analizzare le correlazioni di fenomeni senza studiarne una reale correlazione causa-effetto, è matematicamente un azzardo, ma è sicuramente la panacea per un libro che vuole vendere tanto e creare scompiglio nella cultura popolare.
Per lo meno, come suggerisce l'autore nell'epilogo, alla fine della lettura avrete imparato a mettere mettere in sicurezza la vostra piscina, a non fidarvi del vostro agente immobiliare e vi renderà più scettici nei confronti dei luoghi comuni.
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