L'angolo del Baldopapà

giovedì 26 novembre 2009

Matrix Lego

Sembra incredibile ma sono già passati 10 anni dal primo episodio di Matrix. Per festeggiare l'evento nascono strani video e reunion.
Uno dei più simpatici è il seguente. Fatto tutto con i mattoncini della lego.

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La morte dell'ironia e della provocazione

L'edizione italiana della rivista Rolling Stone ha dedicato in questi giorni il riconoscimento di "rockstar dell'anno" a Silvio Berlusconi, con tanto di copertina disegnata da Shepard Fairey.
L'episodio forse passato in sordina al grande pubblico, non sarà dei più importanti, ma sottolinea e smaschera qualcosa dello stato mentale del paese. Nella copertina vediamo un Berlusconi dal ghigno agghiacciante, due piccoli teschi ai polsini della camicia, mentre strappa una bandiera tricolore con la scritta "rockstar dell'anno". E qui nasce il caso, perchè mentre anche il più inesperto lettore capirebbe il tono grottesco della copertina e la provocazione sottointesa legata allo stile di vita "rock" del premier, molta della stampa locale di destra ha individuato e riportato questa copertina e questo riconoscimento come un elemento positivo per il Presidente del Consiglio. Toni trionfali, convinti che il riconoscimento della rivista sia univoco e serissimo.Tutto questo mentre all'interno della rivista gli articoli firmati da Vincenzo Cerami, Alberto Piccinini, Silvia Ballestra, Stefano Pistolini e Francesco Bonami confermano una lettura molto critica sul personaggio.

Una provocazione, insomma. Ce n'era bisogno in tempi come questi? Forse si perchè per una volta un giornale italiano si diverte a usare l'icona-Berlusconi.

La situazione si complica però quando guardiamo alle reazioni da sinistra: per nulla entusiaste dello scherzo, perplesse e persino gelide.
Il popolo della rete, in teoria giovane e consapevole degli spiazzanti codici della comunicazione, non apprezza o forse non comprende. Alla sede della rivista confermano di ricevere una valanga di mail di insulti: i redattori non paiono preoccupati, sapevano di poterselo aspettare, ma forse anche un poco sorpresi di tanta incomprensione.

Ora, quando una provocazione stenta a venire riconosciuta ci sono due possibilità. La prima è che si tratti di un'operazione troppo ambigua: Rolling Stone avrebbe dovuto strizzare l'occhio ai suoi lettori, dichiarare in modo più palese le intenzioni scherzose. Ma questo avrebbe sminuito la provocazione.

L'altra possibilità è che la provocazione sia invece ben fatta, ma il pubblico italiano, non sia in grado di riconoscerla. Possibilità inquietante perché la copertina di Rolling Stone rischia di ricordarci che ancora una volta è il popolo a essere nudo, sprovvisto persino degli strumenti per leggere un'immagine che rimanda, con la dovuta insolenza, alla complessità del nostro momento. Proprio la nazione governata da un clown non sarà, per caso, quella incapace di una consapevole risata?

Grazie a Giorgio Fontana e Marco Mancassola

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mercoledì 25 novembre 2009

Il nobel per la pace ad Internet

La rivista Wired propone il nobel della pace alla grande rete con un editoriale veramente spaziale di Riccardo Luna:

" Oggi candidiamo internet al prossimo Nobel per la Pace. Internet e Pace, lo sentite? Stanno così bene assieme che verrebbe voglia di non spiegare nulla. È già tutto lì. Come una parola sola. "

Il resto lo trovate qui.

Aggiungi la tua firma su www.internetforpeace.org

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sabato 21 novembre 2009

Il risveglio dell'atleta

Da anni la mia dedizione allo sport e alle attività fisiche in generale, ha lasciato molto a desiderare. Resta comunque il conforto che ogni volta che riprendo qualche esercizio, anche dopo anni di distanza, la soddisfazione sia sempre massima. Forse la gestione dei figli mantiene allenato il fisico e lo spirito...

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lunedì 16 novembre 2009

Antropologia del Web 2.0

Breve presentazione di come il web 2.0 condiziona il nostro modo di pensare, scrivere, comunicare di rapportarci con gli altri e di ESSERE.

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martedì 10 novembre 2009

Prove di Crowdsourcing


Oggigiorno nessuno può evitare il fascino dei neologismi ed in ambito web2.0 l'impiego dei termini inglesi attira più del miele. Oggi vorrei parlare del Crowdsourcing, ovvero come definisce wikipedia: un modello di business nel quale un’azienda o un’istituzione richiede lo sviluppo di un progetto, di un servizio o di un prodotto ad un insieme distribuito di persone non già organizzate in un team.
Inizialmente il crowdsourcing si basava sul lavoro di volontari ed appassionati che dedicavano il loro tempo libero a creare contenuti e risolvere problemi. Ma c'è chi ha pensato di formalizzarne il processo ed introdurlo nei proprio processo aziendale: sul primo step, l'azienda ha un problema e, sull'ultimo, ottiene i suoi profitti. Nel mezzo del cammino, le folle online propongono soluzioni, premiate ed acquisite dai manager. Tutto facile e perfetto, anche se in realtà non tutto gira come dovrebbe.
Il sito Linkedin forse ne sa qualcosa, visto che questa estate è riuscito ad irritare diversi suoi utenti, traduttori professionisti, chiedendo loro di tradurre parti del sito in lingue straniere in cambio di un badge LinkedIn o "perché è divertente". Quest'ultimo incentivo non ha reso così sorridenti i circa 12mila professionisti interpellati che hanno visto sminuito il valore del loro operato professionale.
E' nato così sul sito lo stesso social network un gruppo di protesta giunto a quota 300 iscritti. E LinkedIn come ha reagito? Intanto il product manager Nico Posner, responsabile delle versioni del sito in giro per il mondo, dal blog ufficiale, fa sapere che "attualmente stiamo indagando sulla maniera migliore di tradurre il nostro sito in diverse lingue".
Dopo tutto come diceva Thomas Stearns Eliot: "Where is the wisdom we have lost in knowledge?
Where is the knowledge we have lost in information?"


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giovedì 5 novembre 2009

Fuga dalla Tristezza


E' incredibile da dove possano arrivare certi stimoli o idee. Ieri mattina ero in macchina e mi è capitato di sentire questa storia: i 7 peccati capitali una volta erano 8. L'ottavo peccato in voga durante il medioevo era infatti la TRISTEZZA.
Sembra strano a sentirselo dire, ma in effetti essere tristi è un mancato riconoscimento dell'opera divina, delle proprie possibilità che la vita ci dona ed è quindi normale che venisse considerato un peccato.
La tristezza è un sentimento fisiologico e può essere portata da un senso di insoddisfazione. Una volta si preferiva alimentare negli uomini un desiderio a fuggire al senso di insoddisfazione e alla tristezza in genere.
Poi arrivò l'illuminismo, la produzione industriale e il consumismo e qualcosa è cambiato nel senso sociale: era preferibile avere una massa di persone insoddisfatte e tristi che potevano trovare nell'acquisto e nel consumo di prodotti industriale un forte sviluppo economico e sociale, e le regole "divine" sono state cambiate.
Sinceramente non ho mai apprezzato questi cambi di regole divine in corso. Preferisco credere che Lui ci giudichi in un senso più ampio rispetto all'applicazione di un catalogo di regole.
Ad ogni modo non sono qui per fare polemica, ma per consigliare a tutti di vivere appieno la propria vita, di fuggire alla tristezza e di cercare la propria massima felicità.

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