Never eat alone, non mangiare mai da solo
"Never eat alone", non mangiare mai da solo, è il titolo di un libro best seller negli Usa, purtroppo non ancora tradotto in Italia, scritto da Keith Ferrazzi, uno che era partito socialmente "debole", in quanto figlio di un operaio e di una colf, ma che proprio solo grazie al network di relazioni costruito fin da ragazzo, ha visto realizzarsi una carriera di tutto rispetto, con tanto di borsa di studio a Yale, un Mba ad Harvard e tanto altro. Ovvero usa più tempo possibile per stabilire legami con gli altri e costruire reti di conoscenze.
Certamente questo non è la scoperta del secolo, perché le reti sociali sono sempre esistite. Oggi però far parte di un network è diventato indispensabile per trovare un buon lavoro e fare carriera. La grande novità è che la moda esplosa negli ultimi anni per i “social network”, rende tutto più facile ed accessibile.
Non dobbiamo però dimenticare che internet è solo uno strumento: tutto sta ancora nella nostra capacità di gestire la relazione fisica. Solo questo ci permetterà di coltivare un fertile network.
Sembra esserne convinto anche Pier Carlo Pozzati, presidente di Milanln, una rete sociale nata da un gruppo di utenti Linkedln: “Internet ha dato grande diffusione al social network, ma ciò che farà la differenza sarà il
ritorno al mondo reale. Cosa che noi facciamo con incontri settimanali, dai quali nascono conoscenze che fruttano cambi di lavoro e accelerazioni di carriera”.
Che appartenere ad un network sia un aspetto ormai fondamentale, nel mondo del business, viene confermato anche da Andrea Sianesi, mio ex docente ed ora responsabile Mba del Mip, la scuola di management del Politecnico di Milano: "Non a caso al Mip consideriamo un asset strategico il rafforzamento della rete di ex alunni, che è un canale forte per trovare lavoro e fare carriera».
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